domenica 5 agosto 2012

Welcome to USA

Devi avere un'ottima motivazione per venire negli States, non solo perché te lo chiedono ad ogni pié sospinto, ma anche perché altrimenti non sopporteresti le 3 ore di fila che ti devi fare per uscire dall'aeroporto dopo infiniti controlli, risposta a domande, foto, impronte digitali poi finalmente... "have a good time!" e sei libero di.
Oddio e adesso che si fa?
We're italian, siamo italiani, la prima cosa che si fa è la ricerca di una phone card per avvisare mammà che si, è tutto ok siamo atterrati e, a guardare l'immensità di questo paese in cui tutto è a misura di gigante, anche un po' atterriti.
Taxi e via verso l'hotel. 
Che Chicago soffrisse un po' i cambiamenti meteorologici repentini lo avevo letto ma vi giuro,  appena usciti dall'aeroporto c'era caldo e sole, in taxi verso l'hotel è venuto il diluvio universale con pioggia e grandini e, giusto il tempo di sistemare le valigie e rinfrescarsi, la serata era calda ma ventilata. 
Poi dici che uno si porta 30 kg di vestiti appresso...
Fuori la gente è tranquilla, rumore da tipica città americana, si scusano anche se per caso involontariamente entrano nella tua inquadratura fotografica dall'altro lato del marciapiede urlandoti "SORRY" che tu pensi "mica lo sta dicendo a me?" e dopo una tipica cena in un tipico locale alla Happy Days torniamo in albergo per il necessario riposo.
Non prima di essere attraversati (letteralmente) da una valanga di guys (ragazzuoli) americani di ritorno da un concerto forse, stranamente tutti infangati (mah!?!), ed aver assistito allo spropositato spiegamento di mezzi dei vigili del fuoco forse perché qualcuno ha acceso una sigaretta in cima alla torre del Chicago Tribune. Questo paese è strano però è molto interessantiiii

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