Torniamo sulle tracce della strada storica e a Vega incontriamo Betty Carpenter, curatrice di un minimuseo dedicato alla main street (altro nome della 66) messo in piedi dalla madre, Dot, a quanto pare una vera celebrità tra gli amanti di questo itinerario, mezz'oretta ad ascoltarla mentre racconta la "sua" route, ennesimo gadget e via verso altri piccoli paesi con scarne tracce della strade.
Ad Adrian, poco dopo, troviamo il cartello che indica la metà del percorso, 1139 miglia sia da Chicago che da Los Angeles, di fronte al cartello il midpoint cafè offre la buonissima e bruttissima ugly crust pie, una torta di mele orrenda alla vista ma da assaggiare assolutamente, ovviamente la proviamo!
La frontiera del New Mexico è la più visibile tra quelle incontrate finora, un'insegna con i peperoncini a far capire subito che qui si mangia piccante e corriamo verso Santa Rosa dove il museo delle auto storiche rapisce letteralmente la nostra attenzione per la presenza di 37 macchine una più bella dell'altra; 5 dollari spesi bene. In america si paga per vedere anche il nulla a volte...
Da Santa Rosa a Santa Fe la route è passata solo dal 1926 al 1937 e l'unica traccia che rimane è una curva di 500 metri per cui andiamo sulla Interstate che ci porterà velocemente verso la bellissima città del New Mexico che ci ospiterà per questa notte. Attraverso un centinaio di miglia di sole praterie sterminate e assaggi di canyon e montagne arriviamo finalmente a Santa Fe.
L'hotel che ci ospita è veramente spettacolare, abbiamo cambiato fuso orario guadagnando un'ora e questo ci permette di cenare alle otto e di gustarci la magnifica suite, in realtà è un appartamento con caminetto, vasca idromassaggio e letto a baldacchino, la cena mexicana è stata davvero abbondante e piccante e digerirla sarà faticoso. Domani ci aspetta un'altra avventura e non vediamo l'ora di metterci in cammino!
Good night & good morning ;-)
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